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Perché
Iddio accettò lofferta
di Abele e
respinse quella di Caino?
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In Genesi 4:3-7
troviamo il racconto dellofferta di Caino ed
Abele a Dio.
Un racconto
strano, a prima vista, perché sembra strano il
comportamento del Signore, il Quale sembra che qui faccia
differenza tra persona e persona, mentre la Bibbia
afferma in modo esplicito che «Davanti a Dio non c'è
favoritismo» (Romani
2:11).
Allora perchè qui
Dio accetta un dono e rifiuta laltro provocando
la gelosia del respinto?
Ma
è proprio giusto che questa prima, superficiale,
impressione sia vera? Analizziamo meglio il racconto.
Dobbiamo partire dal presupposto
ovvio che certamente Adamo ed Eva avranno raccontato
ai figli del tempo della loro meravigliosa comunione
con Dio prima del peccato e delle tristi conseguenze
della caduta.
Non
sembra plausibile, allora, che abbiano potuto
nascondere come, anche in quella triste
situazione, fosse stato Iddio per primo a
prendere liniziativa, innanzitutto
cercandoli, e poi provvedendo
per loro una vestito più adatto e migliore di
quello che essi si erano frettolosamente
procurato,
sostituendolo con un vestimento di
pelle di animale (per
cui, ovviamente, un animale era stato ucciso) perché «Il salario del
peccato è la morte» (Rom. 6:23) e ... «senza
spargimento di sangue, non cè perdono» (Ebr. 9:22).
Quando Caino e Abele ebbero
il desiderio, certamente buono, di fare unofferta
a Dio, mentre Abele, avendo fatto suo linsegnamento
dei suoi genitori, offrì
un agnello, quindi unofferta cruenta, unofferta
con spargimento di sangue,
Caino, dal canto suo, non
valutò limportanza di questa rivelazione
di Dio ed
offrì, invece, qualcosa che fosse il frutto del
suo lavoro. |
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Certamente egli avrà
offerto il meglio dei frutti, ma era, comunque, lofferta di
qualcosa che veniva dalla sua opera e non era conforme
alla volontà di Dio.
Più tardi nella
Rivelazione ci verrà detto che: «luomo
è giustificato mediante la fede senza le opere della
legge» (Rom. 3:29) e «Egli ci
ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a
motivo delle nostre opere, ma secondo il Suo proposito e
la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dalleternità» (2ª Tim. 1:9).
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Caino, in altre
parole, aveva cominciato a fare ciò che faranno,
poi, dopo di lui, tutti gli uomini inconvertiti,
cioè voler
essere graditi a Dio non per mezzo della fede nel
sangue versato da un Altro, ma per mezzo delle
loro buone opere.
In
embrione troviamo qui un principio spirituale
fondamentale: «È per
grazia che siete stati salvati, mediante la fede;
e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. non
è in virtù d opere» (Efes. 2:8-9).
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Eppure, sia ben chiaro,
Dio non rigettò Caino ma, dice la Bibbia, «il
Signore guardò con favore lofferta
di Abele, ma non guardò con
favore Caino e la sua
offerta» (Gen. 4:4-5).
In realtà, in
questo comportamento del Signore era adombrato un
grande atto damore verso Caino, perché
quella manifestazione di rimprovero tendeva a far
comprendere a Caino lerrore di base del suo
comportamento; errore che avrebbe potuto portarlo
sempre più lontano dalla volontà di Dio, come
infatti avvenne. Inoltre essa conteneva anche una
prima rivelazione, sebbene ancora non evidente,
per tutti gli uomini di quel grande principio di
grazia nel rapporto con Dio, di cui sopra. |
Ma Dio
non aveva affatto rigettato Caino e, infatti, le Sue
successive parole furono: «Perché sei
irritato? E perché hai il volto abbattuto? Se agisci
bene, non rialzerai il volto?» (Gen. 4:6).
È esattamente lo
stesso invito che rivolge a me e a te: «Hai
sbagliato, perciò Io non posso accettare la tua offerta
e neppure la tua vita, se
non Me la offri mediante un Sacrificio Perfetto; ma, se fai bene, (che
non è: se fai
del bene, ma se fai
bene, cioè se
operi secondo le Mie direttive, tu rialzerai il
tuo volto, ovvero Io sarò pronto a riconciliarti con Me
e ad introdurti nella Mia famiglia spirituale».
Non continuiamo
ad andare a Dio offrendoGli le nostre buone
opere con la speranza di coprire, così,
almeno una parte di quelle cattive.
Iddio non può
accettare questo scambio e per un motivo
molto semplice: una sola delle nostre azioni
cattive (e chiamiamole pure col loro vero
nome: peccato) produce in noi la morte,
quindi, ne basta solo una perché
sia impossibile per noi fare azioni gradite a
Dio.
Vè un
principio malefico in questo comportamento: raggiungere
un certo obiettivo facendo a meno del Signore;
è esattamente questo il principio che ha
alimentato Satana e, poi, dopo di lui, tutti
quelli resi suoi schiavi, passando attraverso
lofferta di Caino, poi per la Torre di
Babele, e così via fino alla presunta
scienza moderna che vuole spiegare il creato
ed i suoi misteri escludendo Dio dalle sue
scoperte.
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Vano e mortale modo
di procedere.
Iddio dice di loro: «
evita i
discorsi vuoti e profani e le obiezioni di quella che
falsamente si chiama scienza» (1 Tim. 6:20)
e «benché si dichiarino sapienti, son
diventati stolti»
(Rom.
1:22); questo perché «Il timore del
Signore è il principio della scienza» (Prov. 1:7).
Cosa dite: queste considerazioni
su un avvenimento così lontano e, forse, apparentemente
banale, ci hanno portato fuori pista? Abbiamo, forse,
forzato un po troppo linterpretazione di quel
fatto?
Assolutamente no!
Innanzitutto ogni
avvenimento descritto dalla Parola di Dio, anche il più
fugace, non è mai banale «Poiché
tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per
nostra istruzione» (Rom. 15:4), e, poi, veramente in quel
gesto vera in embrione la successiva rivelazione della
salvezza per grazia e non per opere, a meno che non vogliamo
pensare in modo blasfemo ed assurdo che Iddio abbia agito
in quel modo per simpatia e antipatia o per puro
capriccio.
Lungi da noi simili pensieri diabolici, poiché il nostro
Dio ama tutte le Sue creature e perché Egli è perfetto
in tutte le Sue azioni.
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